Istoria del Concilio di Trento scritta dal padre Sforza Pallavicino della Compagnia di Giesù, ove insieme rifiutasi con autorevoli testimonianze un'Istoria falsa divolgata nello stesso argomento sotto nome di Pietro Soave Polano (Paolo Sarpi). Parte prima (-seconda).
In Roma: nella stamperia d'Angelo Bernabò dal Verme erede del Manelfi: per Giovanni Casoni, libraro all'insegna di San Paolo, 1656-57.
2 parti in 2 volumi in-folio (mm 339x222), pagine [8], 1138 (ma per salto di numerazione 1038, ma testo completo), [8], 1066, [64] in fine.Titolo in rosso e nero con grande stemma di Papa Alessandro VII, a cui l'opera è dedicata, testate, grandi iniziali ornate e fig., finali in xilogr. Legatura in mezza pergamena moderna, con restauri ai piatti antichi rimontati, dorsi con titolo oro. Arrossature sparse in alcuni punti più accentuate, qualche strappo e piccoli restauri. Posposte poche carte del volume secondo. Timbri di antica possessione ai frontespizi e ex-libris Guarducci al contropiatto anteriore.
Piantanida, 4930: "Edizione originale di questa celebre opera storico-polemica, scritta dall'autore a nome della Chiesa di Roma, in risposta alla storia del Sarpi". Brunet IV, 3226: "Edition originale et la plus belle". P. Sforza Pallavicino, prelato e letterato (Roma 1607-1667), nel 1637 entrò nella Compagnia di Giesù e dal 1639 fu professore di filosofia e poi di teologia nel Collegio Romano. Nel 1659 fu fatto cardinale da Alessandro VII di cui fu intimo amico prima del pontificato e saggio consigliere dopo. Scrisse numerose e notevoli opere letterarie, filosofiche, teologiche, polemiche, storiche. Ma quella che gli diede maggior notorietà, fu l'Istoria del Concilio di Trento (1656-57), da alcuni assai lodata, da altri screditata e vilipesa. Scritta con intento apertamente apologetico, per combattere l'analoga opera di Paolo Sarpi, essa ha carattere più polemico che storico, sebbene debba riconoscersi in Pallavicino l'accurata e diligente ricerca delle fonti.