LAMPIONE (IL). Giornale per tutti. Dal N.1 del 13 Luglio 1848 al N.217 del 5 Aprile 1849.
Firenze, Tip. G. Tofani,1848-1849
217 fascicoli In-4° (mm 270x205) di Pagine [4] per ogni fascicolo. I fascicoli da N. 1-100 sono rilegati in 1 volume in mezza tela coeva, mentre quelli dal N. 101-217 sono sciolti. Prima serie quasi completa: mancano gli ultimi 5 fascicoli pubblicati ovvero i numeri 218,219,220,221 e 222. Lievi difetti marginali ai fascicoli sciolti. Rarissimo.
Nel luglio del 1848 nacque "IL Lampione" con il sottotitolo "Giornale per tutti" grazie a Collodi e di altri "giovani di cuore, di mente e di età, che si propongono di far lume a chi brancolava nelle tenebre. Si presentava come giornale popolare, radicale, patriottico ( "Il nostro programma è l'Italia libera, una, indipendente") che mescolava satira, umorismo, cronaca e notizie. L'Illusdtrazione della testata era realizzata da Cabrion, pseudonimo di Nicola Sanesi. La rivista era stampata nella tipografia Le Monnier.
La prima serie della rivista ebbe vita breve. Collodi fu costetto a chiudere "Il Lampione" nell'aprile 1849, dopo la cacciata di Domenico Guerrazzi da parte dei sostenitori di Leopoldo II. La prima serie era stata pubblicata dal 13 luglio 1848 sino al 11 aprile 1849, per un totale di 222 numeri.
Undici anni dopo, nel 1860, la rivista riprese le pubblicazioni, con una nuova testata, sempre Cabrion, e un editoriale di Collodi, che cominciava con le parole "Ripigliamo il filo del nostro discorso...". Con il numero 68 della nuova serie cominciò a collaborare con la rivista Adolfo Matarelli (con lo speudonimo Mata). Nel 1861 Angiolino Dolfi subentrò a Collodi alla direzione.
"Il Lampione"sospese le pubblicazioni nel 1865, ma riprese l'anno seguente sotto la direzione dello scrittore caricaturista e deputato torinese Alessandro Allis (Silla), affiancato da David Rubens Segre (Brandano II). a Torino Silla aveva collaborato con "Il Fischietto", "Il Pasquino",, e "Il Buonumore".
Nel 1868 la rivista sospese di nuovo le pubblicazioni e le riprese l'anno successivo, fino al 1877. In quest'ultima serie collaborarono alla rivista Angiolo Tricca, Telemaco Signorini, Leopoldo cipriani (Morvidino) e Gabriele Castagnola.
Con questa testata "la battaglia diventa civile e continua con i mezzi della satira e di un caustico umorismo che rendono il giornale un mezzo tanto temibile da indurre il governo della restaurazione a sospenderne la pubblicazione nell'aprile 1849, dopo appena un anno di vita". [ Sigfrido Bartolini " Il Grillo parlante dell'Unità d'Italia", Firenze,Pagliai,2011].