Carolina Fitzosborn o le cose appellate col loro vero nome. Novella inglese di una persona senza nome. Tradotta in italiano (dal Signor abate C.G.S.).
1800 ca.
Manoscritto cartaceo (mm 305x210 mass.); carte [1] + pagine 144 +pagine 132 (saltata la numer. di p.28 della seconda parte) con numer. antica a penna. Nella carte [1]r sono contenute, oltre al titolo, le seguenti sottoscrizioni: "N.1331. I.R. Censura. Mil.o li 10 Giugno 1823. Imprimatur omissis deletis. Zanatta" e "N.2319. I.R. Censura. Mil.o li 15 Agosto 1831. Imprimatur Serv.is Servandis. Zanatta. Admittitur omissis deletis. Bellisoni". Alla p.1r.: Proemio Alla disgradata Reina. La verità. La censura, in un primo tempo, aveva cancellato il Proemio, con la correzione "se ne permette la stampa. Bellisoni". Questo funzionario ha siglato con la lettera "B" a pie' di ogni carta tutto il testo. Scrittura corsiva di due mani, con aggiunte e correzioni. Legatura in piena pelle coeva, piatti marmorizzati, dorso con dec. oro (un po' allentato). In basso a c.1r, timbro di "Damiano Muoni. Libri, Disegni, Stampe, Ritratti, Pergamene, Manoscritti, Autografi".
La Novella non risulta edita e non è tra le opere indicate dall' Ufficio Centrale di Censura e revisione. Elenco delle opere stampate e pubblicate in Milano e nelle provincie Lombarde negli anni 1831-1832. Non si tratta di una traduzione, bensì di un' opera dello Scotti, il cui gusto risponde a quello del primo quarto del sec. XIX° e in genere del Romanticismo. Giovanni Battista Scotti (1759-1821) di Merate (Lecco) cambiò il nome con quello di Cosimo Galeazzo quando entrò nella religione dei barnabiti. Letterato, novelliere e poeta, fu amico e discepolo del Parini e poi maestro del Manzoni, il quale sembra abbia tratto qualche spunto dalle sue opere per I Promessi Sposi. Molti dei suoi manoscritti andarono dispersi alla sua morte e rimasero quindi inediti. (Cfr. Boffito, Bibl. Barnabitica, III, 467-IV, 440).